I miei amici
si sposano
ogni fine
settimana.
Tengono un
calendario aggiornato
fatto al
computer con excel
delle
cerimonie del circondario
e prenotano
almeno
un anno e
mezzo prima
una cappella
perfetta.
Hanno
bisogno di chiffon,
taffetà,
georgette e calicot.
Un cuscino
ergonomico
in lattice
fatto su
misura,
una batteria
di pentole
di acciaio
inox,
la macchina
del caffè
con la mucca
sopra.
Comprano le
merendine buone
e la pasta
che non scuoce
e non vanno
mai al discount,
perché se ti
vede il collega
pensa che
sei povero.
E allora il
giorno dopo,
in ufficio,
l’amico che
non vuole
sentirsi
povero
offre a
tutti
la colazione
con il cornetto
il
cappuccino e l’aranciata.
E lascia
pure la mancia di 5 euro.
Quel bambino
che era
accanto a me,
nella sala
dei bambini prematuri,
- e per
questo nati sfigati -
ora è un
colosso
di un metro
e novanta,
mangia carne
rossa tutti i giorni
e lavora con
il trattore,
battendo le
zolle.
Sputa per
terra e gioca a calcetto
il giovedì.
Si è
fidanzato 7 volte
e non ha mai
detto “ti amo”
perché il
padre non l’ha abbracciato
quando era
piccolo.
Il bambino
dell’asilo
che non
voleva mangiare
i bastoncini
di pesce
al mercurio
che ci davano
ad un quarto
all’una
nella sala
mensa,
ha 4 figli
e un mutuo
da pagare ogni mese,
un’auto di
seconda mano,
un giardino
di limoni,
una suocera
di 69 anni,
una moglie
da mantenere,
un cane che
ha bisogno dell’anti pulci,
un gatto
irriconoscente.
La mia
compagna di banco
delle
elementari
non ha
nemmeno una ruga
e calza solo
scarpe di cuoio.
Gioca a
burraco
una volta a
settimana
e non si mai
fatta una canna,
tranne un
tiro, una volta,
all’università.
Però lei
sostiene
che
l’abbiano imbrogliata
perché
pensava che fosse
fieno
moldavo.
Odia il
disordine
e il letto
se lo rifà
prima di
andare a lavoro
altrimenti
le viene il mal di pancia
e la
gastrite
e non sta
bene con se stessa.
Ora.
Io che
abbraccio gli alberi,
io che
prendo il sole
sopra la
grata della finestra,
io che rubo
ancora
i bicchieri
nei pub,
io che
lascio le scarpe
sotto il
letto,
io che metto
le maglie
delle medie
e penso di
stare avantissimo,
io che
accendo gli incensetti
ai frutti di
bosco
quando sono
di buon umore:
sono una
cazzona totale.