domenica 30 giugno 2013

HO SCRITTO M'AMO SULLA SABBIA



Si può avere un cuore 
anche a quindici anni. 
Chissà cosa pensavo a quindici anni.
In metro 
una signora dell'Est piange
l'altra la guarda e sorride.
Si fanno gli auguri.
Poi sorridono insieme.
Loro sono più di noi.
Due ragazzi si vedono negli occhi 
dopo dieci anni di silenzio.
Dove si sono incontrati
e perché si sono innamorati?
Chi ha dato loro il permesso?
In tempi del genere
bisogna chiedere il permesso al destino.
Arrivo in spiaggia.
Loro sono più di noi.
Si moltiplicano.
E io sono una calamita per gli stronzi.
Accomodati pure, c'è spazio.
Farò la fine di queste due attempate zitelle.
A parlare di quella volta al ristorante
quando lei ha dovuto pagare il conto per due.
Ti ricordi il thé alla menta?
Li capisci questi versi?
Loro sono più di noi.
Pensavo saremmo stati 
come la coppia raggrinzita qui di fronte,
stanno togliendo le tende.
Lei in pantaloni di lino color sabbia
lui in pantaloncini safari
appena sopra il ginocchio.
Pensavo che anche noi 
avremmo tolto l'ombrellone dalla sabbia
con le nostre mani nodose e raggrinzite
con le nostre dita
i nostri anelli d'occasione.
Siamo morti prematuramente
prima di dare vita
a qualcosa di buono
perché loro sono più di noi.   
Ma ora non voglio pensare
a questa triste triste triste storia,
potrei piangere davanti a tutti.
E non sta bene piangere davanti a tutti
di domenica
sulla spiaggia
tra i culi delle signorine
che giocano a racchettoni.
La terrò per me questa tristezza
per scrivere una poesia 
e per ammonire tutti coloro 
che pensano che la domenica
sia il giorno adatto
per piangere davanti a tutti
sulla spiaggia
mentre qualcuno se la gode
tra i culi delle signorine
che giocano a racchettoni.



giovedì 27 giugno 2013

LA RIVOLTA DEGLI INEDITI








Questo momento è un rapace
assetato di sangue.
Con le dita impasta le vene e la notte
e gli alberi che ci stanno a guardare.
Le strade incredule lasciano spazio all’oblio,
la memoria si raccoglie a cucchiaini,
gli scalini diventano divani
cilindri vuoti profumano di cuscini
i fiori si nascondono per la vergogna.
Questo momento
del resto,
è un confetto alle mandorle
con gli occhi furbi
e il sorriso piccolo di chi la sa lunga.
Lo ricorderemo prima di andare a dormire
prima di sognare di chiamarci per amore
prima di chiamarci in sogno con amore,
prima di chiamare te, amore.



venerdì 7 giugno 2013

16:14 P.M.




Sono una pippaccia maledetta,
lo so.
Me ne sto qui seduta
davanti il computer a fissare i pixel
dello schermo e a pensare
che anche io vorrei un compleanno
da organizzare.
E alla faccia tonda di Beatrice
e gli occhi spalancati grandi celesti
che mi guardano e non sanno bene
cosa stanno guardando.
Fuori tra poco inizierà di nuovo
a piovere.
Non ci sono grandi novità
a parte il fatto che
l’unione fa la forza
e che non vedo l’ora di rivederti.




giovedì 6 giugno 2013

GLI ANNI DI CARVER






La poesia, sai, unisce.
Carver aveva 51 anni.
Un anno dopo di morire.
E’ un veggente come me.
So quando mi arrivano le lettere a casa
e il giorno in cui me le hanno spedite.
Riesco addirittura a prevedere
quanto è arrivato a costare il latte
in questo mondo, in quel supermercato.
So cosa pensi.
Non credere che io sia gelosa,
ma ho più paura di ieri.
Sarà perché la gente mi ha davvero stancato.
La gente è imprevedibile
e fa cose pazze.
Cose che io non farei nemmeno messa
sui carboni ardenti, sotto minaccia
con un cappello di paglietta
e una spiga di grano tra i denti.
La gente è pacchiana.
Mi chiedono un posto.
Ma io non voglio nessuno accanto.
Penso che sto viaggiando
e che non voglio nessuno accanto.
Però non dico niente
perché sono sempre stata una ragazza gentile
e di buone maniere.
E poi succede che qualcuno si siede
con il suo culo grosso sul mio zainetto
pieno di magliette piccole estive:
la speranza che smetta di piovere.
Ora sconto il peso della mia gentilezza
con questo elefante accanto
e una gamba formicolante.
Faccio finta di niente e penso
a quanto eravamo belli da giovani
io d’estate dormivo un sacco
e mangiavo pasticcini a colazione.
Avevo un futuro brillante
e parlavo correntemente 3 lingue.
Quando ero giovane e lo eri anche tu
so bene che facevamo le stesse cose.
E non voglio ribadirlo ancora questo concetto.
Si può fare l’amore anche tutti vestiti
mentre c’è una mezza dozzina di gente intorno
che parla, che ti parla, che mi parla.
Io però faccio finta di dormire.
Ci si può abbandonare anche tutti vestiti
con le luci piccole e fioche e gialle
e lo stomaco e il fegato e il cuore
tutti nella gola
che ti chiedono che c’è.
Si può respirare anche tutti vestiti
ma credimi, nessuno di noi lo era
in quel momento.
Dentro questa testa non c’è niente di speciale
è il cuore che parla.
Il cuore che è più piccolo della testa.
Carver aveva 28 anni.
Non aveva il pigiama, ne sono sicura.




sabato 1 giugno 2013

IMMERSIONE #1









Faccio il sub

sotto la doccia

e annego

in una tazza

di caffè.

Mentre mi perdo

cerco

te.

Mentre ti cerco

trovo

me.