Io lo so,
cosa cerchi.
Perché bussi alla mia porta
alle 4 della mattina
come un cane randagio,
con gli occhi gialli.
So perché
batti le mani sul tavolo
di quella testa di cazzo
del tuo capo.
Perché guardi
i guanti di un passeggero
sconosciuto,
sulla terra nera.
So perché ti lecchi il naso
mentre sei tra la gente,
con le mani nelle tasche.
Quando scrivi blasfemie
nei bagni dell’autogrill
e sali sugli autobus
che non conosci.
Perché porti con te una penna,
una foglia di sale
e un libro che
non vuoi cominciare.
Siamo fatti
di polvere e di aria.
di polvere e di aria.
Vuoi correre il rischio?
Come fai a saperlo?
RispondiEliminaDa tempo ti aspetto
e non ci siamo incontrati.
Che sai di me?
Raccogli indizi,
eppure ci azzecchi.
Bussando, dopo tanto
alla tua porta,
ho cercato rifugio.
Mi hai aperto,
t’ho raccontato
e mi hai ascoltato.
Così ho cercato
di scrollare la polvere
che mi porto addosso.
Voglio poter gridare
la mia libertà,
consuetudini all’aria!
Libero di battere
pugni sul tavolo,
sì, incazzato col capo.
Graffiti sui muri
di strade deserte,
di vita e d’affetti.
Sempre in tasca la penna
per poter raccontare
e stracciare poi i fogli.
Mi affermo e mi nego,
nel mio gioco di vita
che azzardo ogni giorno.
Mi comprendi ora,
o vuoi cacciarmi di casa
chiudendo la porta?
Non so di me che sarebbe,
ma so che non lo farai,
perché siamo uguali.
Cesare