Se ascolto Jeff Buckley, o peggio, se ricomincio ad ascoltare Jeff
Buckley, significa che qualcosa non va. Poi, il fatto che “qualcosa”, in realtà,
sia un eufemismo per indicare un tutto poco relativo, è un altro
paio di maniche.
Oggi, però, parleremo di Jeff.
Jeff è morto suicida o, almeno, è
quello che si intuisce dalle parole della sua unica opera prima.
Magari, anche per Jeff c’era
qualcosa che non andava.
Si trovava sempre con qualche tipa
che gli rovinava il pomeriggio. Poi, in tutta calma, beveva un bicchiere di
buon rosso, faceva un bel respiro, e via di schitarrate strappalacrime e versi
d’amore.
Come facesse a scegliere con
disperata competenza quelle muse è una faccenda da comprendere. Perché è da lì che
deriva la ventura del buon vecchio Jeff.
Se Jeff non avesse maturato
quegli incontri, avrebbe mai scritto Grace,
o peggio, Last Goodbye? Avrebbe mai
determinato l’epilogo dei veglioni etilici di milioni di romantici? Mi avrebbe mai costretta a comprare un pacco scorta di Kinder Bueno (conosciuto come: pacco scorta prima dell'arrivo della profezia Maya) e di Più Gusto formato famiglia allargata (compresi figli nati da relazioni extraconiugali), al supermercato?
Forse, avrebbe
sprecato le sue serate nei pubs della contea dell'Hampshire a cantare le cover di John Lennon solista. (Sì, parlo
del John che aveva incontrato Yoko e che, con la scusa della Guerra in Vietnam,
copulava di continuo nelle migliori stanze d’albergo di mezza Inghilterra).
Jeff avrebbe affittato un
appartamento in città. Con semplicità, si sarebbe innamorato (o almeno, avrebbe
creduto). Si sarebbe sposato con un’efebica biondina, ingrassata dopo le tre
gravidanze volute dai due. Avrebbe comprato la casa in affitto con i soldi dei
genitori di lei. Avrebbe fatto le analisi del sangue due volte l’anno ed il
controllo alla prostata in andropausa. Avrebbe chiamato i figli al cellulare
dopo le 2 del mattino per chiedere che fine avessero fatto. Avrebbe calzato
scarpe nuove di vernice nera per l’ultimo viaggio.
Invece no.
Jeff ha scelto la
strada delle afflizioni.
Nessuna biondina, nessun matrimonio, nessun marmocchio
tra i piedi.
Niente cellulari, mutui, donne in preda agli isterismi, rotture di
palle.
Maledetto Jeff. Non è bastata la
birra che abbiamo bevuto l’altra sera. Non gli è bastato un intero anno stereo
della mia vita universitaria. Ora vuole farmi credere che è nello strazio delle gonadi che risiede l’ispirazione lirica.
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