domenica 5 febbraio 2012

LA PRAGMATICA DELLA PRIMA PERSONA SINGOLARE





L’ozio crea dipendenza. Lo sto sperimentando sulla mia pelle. Il problema sta nelle lenzuola. Le mie sono di flanella. Flanella. Non seta, non cotone, non fustagno. Flanella. La flanella ha dei noti poteri soporiferi, soprattutto se fuori nevica o piove. Sono sempre stata una grande fan di quelle dormite di pancia che si fanno dopo pranzo, i giorni di festa. Sgattaiolando dalla cucina, mentre gli altri, evidentemente più proiettati di me nell’ars pulendi, sgrassano, spadellano, ramazzano, combattono contro quella bestia indiavolata di sporco. Bisogna avere un piede allenato per fuggire, però. 



FUGA TIPO N. 1
Tin tin … cinnnn… tin.. (posate contro piatti, piatti contro bicchieri, la tovaglia contro tutti)
-          Ahhhhh.. ho mangiato troppo..
(Tono di voce: fade out. Rigorosamente da pronunciarsi con: piedi rivolti verso la porta, sguardo sofferente, mano destra sull’addome gonfiato ad hoc. Il tono di voce fade out tornerà utile per l’uscita di scena in sordina). 



FUGA TIPO N. 2
Driiiiiin… drinnnn… driiiiiiiin……
-          Ma è il tuo? Ah, no.. è la mia questa suoneria..
(Tono di voce: manageriale. Bisogna far intendere ai commensali l’improcrastinabilità dell’evento chiamata. Espressione facciale: contrita, ma ligia ai doveri professionali. Se chiesto, alla telefonata bisognerà dare il nome di “chiamata di lavoro”. Rientra nella definizione di chiamata di lavoro il soliloquio di Topo Gigio defecante nella privata dimora di Cristina D’Avena. Se non si annovera Topo Gigio tra la propria cerchia di amici e/o conoscenti, fingere la chiamata, in modalità silenziosa, accostando l’apparecchio alle orecchie).



FUGA TIPO N. 3
Silenzio. Movimento lento di piatti e forchette. Tin…. Cin… tintin… tiiin.
-          Ma come?
-          Dici a me?
-          Sì… però..maccheccazzo! Potevi dirlo prima!
-          Cosa? Di cosa parli?
-          Lo sai benissimo!
(Alzarsi stizziti. La lite improvvisata ha, senza dubbio, un fascino barocco. Ma è lasciata per lo più ai borderline, persone sull’orlo di una crisi di nervi, maturandi al dodicesimo caffè, madri lavoratrici, praticanti legali. E’ fondamentale non dare alcuna spiegazione nelle ore successive, potreste perdere credibilità. Espressione facciale: creare con la plastilina gialla un lampo di tuono e porlo sulla fronte).



Chi mi ama veramente, invece, si alza e, senza che io possa dire qualsiasi altra cosa, ancor prima che possa meditare una qualsiasi fuga, diventa Mastro Lindo. Ti amo, Mastro Lindo. Sì, sì.

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