mercoledì 16 ottobre 2013

TE LO SPIEGO DOPO





- Stavamo parlando del tuo uomo.
- Sì.

- Bene.
- Ecco.

- Come?
- Beh.

- Vai. Capelli?
- Lunghi, neri, ricci.

- E gli occhi?
- Nerissimi. Neri, neri, neri. Mandorline nerissime. Vuoi sapere il resto?

- No.
- Ok. Dicevo, alto, magro, con le mani e i polsi sottili. Ah, mi piace pure un po’ di gobbetta.

- Gobbetta?
- Gobbetta. E poi, sul mento deve avere una fossetta. Al centro del mento. Così, la bacio quando mi sento triste.

- Passiamo alle doti extracorporee.
- Deve essere buono, gentile, intelligente e non deve guardare le altre.

- Neanche se gli passano davanti?
- No.

- Neanche se sono belle?
- No.

- Neanche se..
- Ho detto No.

- Prendo appunti.
- Poi, deve avere un buon odore. Cioè, non si deve auto-profumare. Deve profumare di suo. Lavarsi sempre, eh. Cioè, non dico che non si debba lavare, ma deve avere un profumo che quando mi avvicino vedo le rose.

- Scrivo.. "vedere le rose..”
- Ah, e poi mi deve accarezzare tutta la notte tutta. Ti spiego. A me piacciono le carezzine sulla schiena fatte tutta la notte tutta, senza esclusione di colpi. Non si deve arrendere mai, è la guerra delle carezzine notturne.

- “Guerra delle.. carezzine notturne". "Tutta la notte tutta”.
- Se gli va, una volta ogni tanto, deve scrivermi una poesia. Io gliene scriverò tantissime. Sarà il mio muso ispiratore. E certe volte, piangeremo, perché le poesie sono troppo belle.

- Le tue o le sue?
- Vabbè, anche le sue. Anche se è meglio che non capisca di poesie, così mi sparo le pose.

- Poi?
- Gli deve piacere dormire. Ma tanto. Del tipo che ci facciamo gli afterhours a dormire, mangiare, amare. Mangiare, amare, dormire. Amare, dormire, mangiare.

- Amare?
- Dai, che hai capito.

- Vabbè.
- Ah, gli deve piacere camminare. Che quando iniziamo a camminare ci ritroviamo dall’altra parte del mondo e non sappiamo come abbiamo fatto. Camminare di giorno, di notte, di pomeriggio. Ovunque. Che, poi, alla fine, quando camminiamo chi se ne frega di dove andiamo, io guardo lui.

- Ah.
- Certo! Guarda che se mi innamoro posso essere insopportabile. Posso essere l’Ahmadinejād dell’Amore, io!

- Ma che vuol dire?
- Te lo spiego un’altra volta.






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