- Stavamo parlando del tuo uomo.
- Sì.
- Bene.
- Ecco.
- Come?
- Beh.
- Vai. Capelli?
- Lunghi, neri, ricci.
- E gli occhi?
- Nerissimi. Neri, neri, neri. Mandorline
nerissime. Vuoi sapere il resto?
- No.
- Ok. Dicevo, alto, magro, con le mani e i polsi
sottili. Ah, mi piace pure un po’ di gobbetta.
- Gobbetta?
- Gobbetta. E poi, sul mento deve avere una
fossetta. Al centro del mento. Così, la bacio quando mi sento triste.
- Passiamo alle doti extracorporee.
- Deve essere buono, gentile, intelligente e non
deve guardare le altre.
- Neanche se gli passano davanti?
- No.
- Neanche se sono belle?
- No.
- Neanche se..
- Ho detto No.
- Prendo appunti.
- Poi, deve avere un buon odore. Cioè, non si deve
auto-profumare. Deve profumare di suo. Lavarsi sempre, eh. Cioè, non dico che
non si debba lavare, ma deve avere un profumo che quando mi avvicino vedo le
rose.
- Scrivo.. "vedere le rose..”
- Ah, e poi mi deve accarezzare tutta la notte
tutta. Ti spiego. A me piacciono le carezzine sulla schiena fatte tutta la
notte tutta, senza esclusione di colpi. Non si deve arrendere mai, è la guerra
delle carezzine notturne.
- “Guerra delle.. carezzine notturne".
"Tutta la notte tutta”.
- Se gli va, una volta ogni tanto, deve scrivermi
una poesia. Io gliene scriverò tantissime. Sarà il mio muso ispiratore. E certe
volte, piangeremo, perché le poesie sono troppo belle.
- Le tue o le sue?
- Vabbè, anche le sue. Anche se è meglio che non
capisca di poesie, così mi sparo le pose.
- Poi?
- Gli deve piacere dormire. Ma tanto. Del tipo che
ci facciamo gli afterhours a dormire, mangiare, amare. Mangiare, amare,
dormire. Amare, dormire, mangiare.
- Amare?
- Dai, che hai capito.
- Vabbè.
- Ah, gli deve piacere camminare. Che quando
iniziamo a camminare ci ritroviamo dall’altra parte del mondo e non sappiamo
come abbiamo fatto. Camminare di giorno, di notte, di pomeriggio. Ovunque. Che,
poi, alla fine, quando camminiamo chi se ne frega di dove andiamo, io guardo
lui.
- Ah.
- Certo! Guarda che se mi innamoro posso essere
insopportabile. Posso essere l’Ahmadinejād dell’Amore, io!
- Ma che vuol dire?
- Te lo spiego un’altra volta.
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